Chirurgia Estetica del Seno

Il seno è l'espressione più tangibile della femminilità.

Mastopessi

Definizione e obiettivi

La Mastopessi è una procedura di Chirurgia Estetica che ha l’obiettivo di rimodellare il seno allorché questo presenti un rilassamento cutaneo e ghiandolare che configura il quadro clinico della Ptosi mammaria.
Le pazienti percepiscono questa condizione come un ostacolo nelle relazioni interpersonali, un motivo di disagio che condiziona e limita i rapporti con il partner.
In funzione del contesto anatomico, delle competenze e delle attitudini del chirurgo, dei desideri espressi dalla paziente, verranno predefinite le sedi delle cicatrici.

L'intervento di Mastopessi

L’intervento chirurgico di Mastopessi permette di sollevare il seno rilassato, rimodellando il cono mammario.
Benché non si possano seguire schemi preconcetti, in genere nel bel seno la distanza dalla fossetta sternale al margine superiore della placca areola-mammaria è di 16 – 18 centimetri. Quando questa distanza supera i 20 centimetri, si ha una chiara Ptosi mammaria, una condizione clinica che può essere dovuta a fattori costituzionali o, il più delle volte, a una involuzione della mammella secondaria alla gravidanza, al dimagrimento o all’invecchiamento dei tessuti che la costituiscono.

L’intervento chirurgico si propone di riposizionare l’areola a una distanza ideale dalla fossetta sternale, di concentrare e sollevare la ghiandola mammaria e di rimuovere il tessuto cutaneo in esubero. La Ptosi può essere associata a un eccessivo volume mammario o, al contrario, a un volume insufficiente e, in quest’ultimo caso, è opportuno prevedere l’impianto di una coppia di protesi.
Prima dell’intervento è necessario eseguire degli esami ematochimici, una valutazione cardiologica, una radiografia del torace e una mammografia e/o una ecografia mammaria. È importante non assumere acido acetilsalicilico (aspirina) nei dieci giorni precedenti e successivi all’intervento ed è consigliato non fumare nelle settimane che precedono e seguono l’intervento, perché la nicotina può essere all’origine di una cicatrizzazione tardiva.

Modalità di ricovero

L’intervento prevede un giorno di ricovero con pernottamento in clinica.

Tipo di anestesia

Viene eseguito in anestesia generale, mediante la somministrazione di farmaci che inducono una temporanea perdita di coscienza, con soppressione di ogni tipo di sensibilità.

Tempo operatorio, suture e medicazione

Il tempo di esecuzione di un intervento di Mastopessi è di circa 2 ore. L’incisione periareolare e verticale sono suturate con fili riassorbibili molto sottili che non è necessario rimuovere. L’intervento si conclude con una medicazione compressiva e, prima di lasciare la sala operatoria, si fa indossare alla paziente un reggiseno contenitivo.

TECNICA CHIRURGICA

Chirurgia Estetica Seno Mastopessi - Chirurgia Deodato

La tecnica chirurgica della Mastopessi ha molti punti in comune con la Mastoplastica Riduttiva, essendo i due quadri clinici spesso associati. Sono state descritte numerose procedure chirurgiche e ogni chirurgo adotta una sua tecnica consolidata nel tempo che può variare a seconda dei casi, al fine di ottenere il risultato più valido.
Qualsiasi procedura venga utilizzata, si esegue un’incisione periareolare e verticale ovvero lungo tutto il margine dell’areola e dall’areola sino in prossimità del solco sottomammario. Nella Mastopessi con additiva preferisco, quando possibile, ridurre al minimo gli esiti cicatriziali mediante una sola incisione periareolare secondo la tecnica di L. C. Benelli.

Nei casi clinici di Ipertrofia mammaria severa, si esegue una procedura chirurgica similare alla Mastoplastica Riduttiva. La tecnica prevede una cicatrice periareolare, ovvero lungo tutto il margine dell’areola, e una cicatrice verticale, cioè dall’areola sino in prossimità del solco sottomammario. Nel rimodellare il cono mammario, parte del suo tessuto ghiandolare verrà asportato.

Nei casi di Ptosi pura o moderata, si esegue una Mastopessi con autoprotesi. La tecnica prevede una cicatrice periareolare, ovvero lungo tutto il margine dell’areola, e una cicatrice verticale, cioè dall’areola sino in prossimità del solco sottomammario. Il tessuto ghiandolare che si trova ad occupare prevalentemente i quadranti inferiori, viene dislocato e fissato in alto.

Nella maggior parte dei casi preferisco eseguire la tecnica chirurgica di L. C. Benelli, ovvero una mastopessi periareolare, che permette di evitare la cicatrice verticale. Il volume sarà ripristinato con l’impianto di una protesi ubicata nel piano retromuscolare.

Mastopessi: post operatorio

In genere, il dolore nel postoperatorio non è mai eccessivo e può essere agevolmente controllato dalla somministrazione di farmaci antalgici per via parenterale. Possono essere presenti delle ecchimosi che scompariranno nell’arco di 10 – 15 giorni.  Nel corso della prima settimana è opportuno evitare quei movimenti che portano a un’eccessiva contrazione dei muscoli pettorali e l’attività sportiva sarà sospesa per sei settimane. 
Per una più rapida decongestione del seno e per meglio modellare il cono mammario, è opportuno sottoporsi a delle sedute di drenaggio manuale. I segni dell’intervento si attenuano progressivamente e dopo circa una settimana si potrà riprendere una normale vita di relazione.

Mastopessi: risultati

Sebbene la correzione della ptosi e il rimodellamento del cono mammario sia parzialmente apprezzabile già dopo alcune settimane, sarà necessario attendere sei mesi per avere un’idea del risultato definitivo. La cicatrice verticale condiziona inizialmente il risultato estetico, ma a distanza di qualche settimana perde la sua consistenza e il suo colorito rossastro, diventando meno visibile. 
L’intervento chirurgico permette il miglioramento della conformazione del seno e apporta un notevole beneficio sul piano psicologico. Se le aspettative saranno realistiche, i risultati saranno pienamente soddisfacenti.

MASTOPESSI: complicanze

Sebbene eseguita per motivi essenzialmente estetici, la Mastopessi non è scevra da rischi, comuni a tutti gli interventi chirurgici. La quasi totalità degli interventi avviene senza alcuna complicanza. Tuttavia, nonostante siano molto rare, è bene conoscere le possibili complicanze.

Ematoma
Consiste in una raccolta di sangue, in genere senza alcuna gravità e che solo di rado deve essere evacuata.
Infezione
In genere, si risolve con una terapia antibiotica e solo di rado è necessario un trattamento chirurgico mirato a drenare un’eventuale raccolta.
Anomalia della cicatrizzazione
Il processo di cicatrizzazione può essere alquanto imprevedibile e talora possono sussistere dei fattori che inducono a una cicatrice evidente: allargata, retratta, adesa, ipo o ipercromica, ipertrofica.
Alterazione della sensibilità
Può presentarsi nelle prime settimane e si riduce gradualmente nel corso di pochi mesi.
Ischemia e necrosi dell’areola
Lo spostamento dell’areola nella sede corretta comporta sempre dei rischi. Maggiore è la distanza che l’areola deve colmare, maggiore sono i rischi di una non adeguata vascolarizzazione con conseguente necrosi parziale del complesso areola-capezzolo.
Ptosi secondaria
In molti casi l’involucro cutaneo è messo a dura prova dall’eccessivo peso delle mammelle e per tale ragione può perdere buona parte della sua elasticità. In altri casi il tono cutaneo è scarso per ragioni congenite o per ripetuti sbalzi ponderali. Si possono così avere delle recidive talora precoci.
Contrattura capsulare
Come avviene per tutti i corpi estranei, le protesi vengono circondate da una membrana di tessuto connettivo elastico che le separa dai tessuti circostanti. In alcuni casi questa membrana perde la sua elasticità, si ispessisce e si retrae. Ciò determina una ridotta elasticità e mobilità del seno con dislocazione della protesi che rende necessario un intervento chirurgico per rimuovere la capsula periprotesica (capsulectomia).
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Mastopessi: prima e dopo

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Mastopessi periareolare con impianto di protesi mammarie

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DOMANDE E RISPOSTE

Mastopessi

La Mastopessi verticale altera in parte la morfologia dei tessuti mammari e può compromettere l’allattamento. Più rispettosa della struttura ghiandolare, la Mastopessi periareolare secondo L. C. Benelli non impedisce l’allattamento, a condizione che la ghiandola abbia una sua naturale capacità di produrre latte.

Se nel post operatorio non subentrano delle complicanze, l’attività sessuale può essere ripresa dopo circa una settimana. E’ importante, però, che le mammelle siano trattate con delicatezza, evitando che una pressione eccessiva possa rompere il filo di nylon che assicura il cerchiaggio (roundblock) tutto attorno all’areola nella Mastopessi periareolare con tecnica di L. C. Benelli. Questo esporrebbe a una distensione della placca areola-mammaria con una conseguente ptosi secondaria.

L’intervento comporta la riduzione della sensibilità del capezzolo e dell’areola, che viene totalmente ripristinata dopo qualche settimana. Solo una bassa percentuale delle operate, circa il 2%, ha una insensibilità permanente.
Dopo il primo mese, in cui è consigliabile indossare un appropriato reggiseno contenitivo, è possibile indossare un comune reggiseno, evitando i reggiseni col “ferretto”. L’archetto rigido, specie in metallo, lascia quasi sempre un’impronta sulla pelle del seno, che può persistere per lungo tempo. Il “push up” non deve essere usato per almeno tre mesi nel caso in cui si associa alla Mastopessi l’impianto di protesi.

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