Chirurgia Estetica del Seno

Il seno è il fulcro della seduzione e del fascino.

Mastoplastica Additiva

Definizione e obiettivi

La Mastoplastica Additiva è una procedura di Chirurgia Estetica che ha l’obiettivo di aumentare, mediante l’impianto di protesi mammarie, il volume del seno allorché questo sia insufficientemente sviluppato in rapporto alla morfologia della paziente. L’inappropriato sviluppo della ghiandola mammaria durante la pubertà (Ipoplasia mammaria), l’involuzione della ghiandola, secondaria alla gravidanza, dimagrimento e squilibri ormonali (Ipotrofia mammaria) determinano una condizione che le pazienti non riescono ad accettare e vivono come insidia alla propria femminilità, causa di disagio nei rapporti interpersonali e perdita di fiducia in sé stesse.  In funzione del contesto anatomico, delle competenze e delle consuetudini del chirurgo, dei desideri espressi dalla paziente, si predefiniscono le sedi delle cicatrici, il tipo e il volume degli impianti e la loro ubicazione, retroghiandolare o retromuscolare.

L'intervento di Mastoplastica Additiva

Prima dell’intervento è necessario eseguire degli esami ematochimici, una valutazione cardiologica, una radiografia del torace e una ecografia mammaria. È importante non assumere acido acetilsalicilico (aspirina) nei dieci giorni precedenti e successivi all’intervento ed è consigliato non fumare nelle settimane che precedono e seguono l’intervento, perché la nicotina può essere all’origine di una cicatrizzazione tardiva.

Modalità di ricovero

È previsto un giorno di ricovero con pernottamento in clinica.

Tipo di anestesia

L’intervento viene eseguito in anestesia generale, mediante somministrazione di farmaci che inducono una temporanea perdita di coscienza, con soppressione di ogni tipo di sensibilità. In alcuni casi può essere impiegata un’anestesia locale assistita, mediante l’infiltrazione di una soluzione anestetica associata alla somministrazione di farmaci analgesici e tranquillanti.

Tempo operatorio, suture e medicazioni

Qualsiasi tecnica venga utilizzata, il tempo di esecuzione di un intervento di Mastoplastica Additiva è di circa un’ora. Non viene applicato alcun drenaggio e la cute è suturata con fili riassorbibili molto sottili, che non è necessario rimuovere. L’intervento si conclude con una medicazione compressiva e, prima di lasciare la sala operatoria, si fa indossare alla paziente un reggiseno contenitivo.

TECNICA CHIRURGICA

Mastoplastica Additiva tecnica chirurgica - Chirurgia Deodato

Modalità di introduzione delle protesi mammarie

Si esegue nel cavo ascellare e lascia una cicatrice poco evidente.

Si esegue lungo il margine inferiore dell’areola e la cicatrice residua
è dissimulata nel contesto della pigmentazione areolare.​

Si esegue nel solco inframammario, lascia una cicatrice piuttosto evidente e, per tale motivo, viene utilizzata quando non è possibile usare altre vie d’accesso.
Mastoplastica Additiva retromuscolare e retroghiandolare - Chirurgia Deodato

Modalità di introduzione delle protesi mammarie

Dietro la ghiandola mammaria, soluzione che trova una sua limitata indicazione quando è presente una lieve ptosi e un adeguato spessore dei tessuti mammari.

Dietro il muscolo grande pettorale, che garantisce un risultato naturale grazie al maggiore spessore dei tessuti che ricoprono la protesi e alla compressione esercitata sulle protesi dalle fibre muscolari.

In entrambi i piani già descritti, retromuscolare nel polo superiore e retroghiandolare in quello inferiore, meno indicato nei casi in cui il cono mammario è scarsamente rappresentato.

Mastoplastica Additiva: post operatorio

Il post operatorio della Mastoplastica Additiva può essere più o meno doloroso, soprattutto quando la protesi è disposta nel piano retro-muscolare. La somministrazione di farmaci antalgici per via parenterale è senz’altro consigliata nelle prime 48 ore. Nel corso della prima settimana è opportuno evitare quei movimenti che portano a una eccessiva contrazione dei muscoli pettorali e l’attività fisica sarà sospesa per sei settimane.
Per una più rapida decongestione del seno, per meglio modellare il cono mammario e per prevenire una complicanza specifica nell’impiego delle protesi mammarie (contrattura capsulare), è opportuno sottoporsi a delle sedute di drenaggio manuale.
I segni dell’intervento si attenuano progressivamente e dopo circa una settimana si potrà riprendere una normale vita di relazione. Le cicatrici possono essere lievemente arrossate nei primi giorni e, se ubicate in sede periareolare, si attenueranno per non essere più evidenti nell’arco di poche settimane.

Mastoplastica Additiva: risultati

L’intervento chirurgico di Mastoplastica Additiva permette una ottimizzazione della silhouette globale ma, al di là del miglioramento fisico, la riscoperta di una piena femminilità apporta sempre un notevole beneficio sul piano psicologico.
Il risultato è apprezzabile fin dai primi giorni, ma sarà necessario attendere sei mesi perché esso sia stabile e definitivo. L’obiettivo è quello di aumentare il volume del seno, evitando inutili eccessi ed evidenti cicatrici che snaturalizzano il risultato estetico. L’incisione periareolare, da me preferita, non lascia cicatrici evidenti e l’ubicazione delle protesi dietro il piano muscolare garantiscono un risultato ottimale.

Mastoplastica Additiva: complicanze

Sebbene sia eseguita per motivi essenzialmente estetici, la Mastoplastica Additiva non è scevra da rischi comuni a tutti gli interventi chirurgici. La quasi totalità degli interventi avviene senza alcuna complicanza con risultati pienamente soddisfacenti. Nonostante siano molto rare, è bene conoscere le possibili complicanze.

Ematoma
Consiste in una raccolta di sangue, in genere senza alcuna gravità e che solo di rado deve essere evacuata.
Infezione
Eccezionale nel corso di una Mastoplastica. In genere, si risolve con una terapia antibiotica
e solo di rado è necessario un trattamento chirurgico mirato a drenare un’eventuale raccolta.
Anomalia della cicatrizzazione
Il processo di cicatrizzazione può essere alquanto imprevedibile e talora possono sussistere dei fattori
che inducono a una cicatrice evidente: allargata, retratta, adesa, ipo o ipercromica, ipertrofica.
Alterazione della sensibilità
Può presentarsi nelle prime settimane e si riduce gradualmente nel corso di pochi mesi.
Formazione di ondulazioni o pieghe
Il gel di silicone, anche se coeso, è molto malleabile e l’involucro esterno in alcune condizioni può formare delle pieghe percepibili al tatto e visibili sulla superficie cutanea. Queste sono più frequenti se le protesi sono collocate in sede retroghiandolare.
Contrattura capsulare
Come avviene per tutti i corpi estranei, le protesi vengono circondate da una membrana di tessuto connettivo elastico che le separa dai tessuti circostanti. In alcuni casi questa membrana perde la sua elasticità, si ispessisce e si retrae. Ciò determina una ridotta elasticità e mobilità del seno con dislocazione della protesi che rende necessario un intervento chirurgico per rimuovere la capsula periprotesica (capsulectomia).
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GALLERY

Mastoplastica Additiva: prima e dopo

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Mastoplastica Additiva retromuscolare per via emiareolare inferiore

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DOMANDE E RISPOSTE

Mastoplastica Additiva

In genere, l’allattamento è possibile senza alcun rischio per il bambino.

Nel caso di una gravidanza, l’impianto di protesi mammarie non causa alcun problema alla paziente e al bambino che porta in grembo. Tuttavia è consigliabile attendere almeno un anno prima di prendere in esame tale eventualità.

Le protesi mammarie sono utilizzate da più di 50 anni e non è stata provata alcuna relazione tra l’impianto protesico e il tumore della mammella. L’incidenza di una neoplasia mammaria nelle portatrici di protesi è equivalente a tutte le altre pazienti non portatrici di impianti protesici.
Tuttavia la visita senologica può essere condizionata, soprattutto se la protesi è ubicata in sede retroghiandolare. L’indagine strumentale (ecografia, mammografia) deve essere affidata a medici competenti e, in caso di dubbi, è consigliata una RMN.

La vasta ricerca scientifica internazionale, realizzata sulla possibile relazione tra gli impianti protesici e le malattie autoimmuni, ha unanimemente escluso tale evenienza.

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