Qualsiasi tessuto, coinvolto da un intervento chirurgico, va incontro a un processo di cicatrizzazione in cui è di fondamentale importanza lo sviluppo di una buona rete di capillari ematici. Senza una buona vascolarizzazione, infatti, i tessuti tardano a guarire e, in alcuni casi, possono andare incontro a processi necrotici che compromettono il risultato estetico.
Pertanto, se nel post operatorio è imperativo garantire un buon apporto di sangue all’area coinvolta dall’intervento, di contro i fumatori sono penalizzati dall’azione nociva della nicotina. È bene sapere, infatti, che a ogni singola sigaretta corrispondono 5 minuti di vasocostrizione, tempo in cui diminuisce il flusso ematico, e se l’intervento chirurgico già di per sé riduce la vascolarizzazione, i guai non tarderanno a venire.
Addominoplastica: alcuni aspetti della tecnica chirurgica
Tra gli interventi da considerare a rischio, in questi casi, vi è l’Addominoplastica, una procedura chirurgica che prevede l’interruzione di due dei tre grossi flussi ematici che garantiscono la buona vascolarizzazione dei tessuti della parete addominale.
La tecnica chirurgica, infatti, prevede:
- una incisione trasversale sovra-pubica che interrompe il flusso ematico inferiore (arterie iliache circonflesse superficiali e vasi epigastrici inferiori);
- lo scollamento della pelle fino alla regione epigastrica, che interrompe il flusso
ematico profondo (arterie perforanti muscolo-cutanee).
Il lembo addominale vive, quindi, solo grazie al flusso dei vasi sanguigni che sopraggiungono dal distretto superiore (branche superficiali dei vasi intercostali e branche superficiali delle arterie epigastriche inferiori).
L’azione negativa della nicotina: quale quadro clinico nel post operatorio dell’Addominoplastica?
Nei fumatori, con una casistica di circa il 65% dei soggetti sottoposti a intervento di Addominoplastica, si possono avere delle zone di sofferenza tissutale, soprattutto nel contesto della cicatrice sovrapubica. L’area più coinvolta è quella mediale, ovvero la più lontana dall’origine del flusso ematico superiore e, di conseguenza, quella in cui la buona vascolarizzazione è maggiormente compromessa. In questa sede, la cicatrice rimane umida e tarda a rimarginarsi, con la presenza di un essudato sieroso che sporca la medicazione, dovuto alla sofferenza dei tessuti dei piani sottocutanei.
In alcuni casi, si possono avere dei processi infettivi che prolungano la guarigione di qualche settimana. In genere, l’esame batteriologico dell’essudato presente sui margini della ferita mette in evidenza la presenza dell’Escherichia Coli. Una corretta terapia antibiotica è d’obbligo per la risoluzione della complicanza.
Chi desidera sottoporsi a un intervento chirurgico di Addominoplastica deve sapere che è doveroso smettere di fumare, se non si vuole andare incontro a processi necrotici e infettivi secondari, che prolungano la convalescenza e compromettono il buon risultato estetico.