Durata protesi seno: quando sostituirle?

Sostituire le protesi mammarie: sì o no? Sebbene le protesi moderne siano sicure, biocompatibili e garantiscano una maggiore longevità, col tempo vanno incontro a un’usura che porta al degrado del loro involucro esterno costituito da silicone solido. I fattori che ne influenzano la durata e i motivi per cui si rende necessario sostituirle sono diversi: facciamo chiarezza sull’equivoco della loro “garanzia a vita” e sul corretto approccio alla Chirurgia Estetica del Seno.
Durata protesi seno - Chirurgia Deodato

Dottore, lei utilizza le protesi a vita?

DURATA PROTESI SENO
QUANDO SOSTITUIRE LE PROTESI AL SENO?

La consulenza specialistica preoperatoria è di estrema importanza per chiarire i vari aspetti dell’intervento chirurgico richiesto.
L’approccio all’intervento con gli esami clinici da eseguire, la tecnica chirurgica con gli esiti cicatriziali che ne derivano, le difficoltà a svolgere il quotidiano nel post operatorio, le aspettative a medio e lungo termine sono affrontati nel corso della prima visita che, per questo motivo, non deve essere di breve durata. Se si considera l’intervento di Mastoplastica Additiva, la scelta del tipo di protesi mammarie, delle loro caratteristiche e volume focalizzano l’attenzione della paziente.
Una delle domande più frequenti che mi viene fatta è: “dovrò sostituire le protesi? Quanto dureranno?
Così come esiste un’ampia gamma di protesi mammarie, nonché innumerevoli varietà delle loro caratteristiche, alcuni fattori influiscono sulla loro durata o sostituzione.

Durata protesi seno: in quali casi si cambiano le protesi?

Spesso, nel corso della visita specialistica, le pazienti mi chiedono se utilizzo protesi “a vita”, impianti cioè che, a loro avviso, non hanno bisogno di essere sostituiti: un equivoco, questo, che va chiarito.
Molte aziende produttrici di protesi mammarie garantiscono a vita l’impianto. Questo non vuol dire che una protesi, così come qualsiasi altro oggetto, non vada incontro col tempo a usura: la garanzia, infatti, riguarda la loro sostituzione in caso di rottura, non la loro durata. Di norma, ne consigliano la sostituzione dopo dieci anni.
Per quelle di ultima generazione, che hanno un guscio esterno costituito da almeno quattro strati e un gel di silicone più coeso, si può attendere anche quindici anni. Tuttavia, il naturale processo di invecchiamento, la gravidanza e le fluttuazioni di peso possono influire sull’aspetto estetico e sulla proiezione del seno, motivo per cui alcune donne preferiscono sostituire prima le protesi mammarie, per ottimizzare il risultato estetico e migliorare l’armonia del proprio seno.

Durata delle protesi saline

Come la maggior parte delle tipologie di impianti, le protesi saline sono di lunga durata, con il 90% ancora intatte dopo dieci anni. La rottura di una protesi salina non causa di norma particolari problemi ai tessuti mammari che assorbono la soluzione fisiologica racchiusa nel loro interno, con conseguente riduzione del volume della mammella interessata. Le pazienti possono chiedere di sostituire le protesi saline se desiderano un cambiamento nell’aspetto, nelle dimensioni, nella consistenza e morbidezza del seno. In poche parole, quindi, le trasformazioni che, nel tempo, si verificano al seno e al corpo possono determinare la decisione di sostituire le protesi.

Durata protesi seno protesi saline - Chirurgia Deodato
Protesi salina

Durata delle protesi al silicone

Come le protesi saline, le protesi pre-riempite al gel di silicone hanno una lunga durata, grazie ai miglioramenti nei materiali che, nel corso degli anni, hanno portato a ridurre la possibilità di un loro deterioramento. È importante notare, tuttavia, che le protesi al silicone richiedono una sorveglianza regolare per verificare che il guscio rimanga integro. Le rotture delle protesi al silicone possono, infatti, essere “silenziose”: l’impianto mantiene le sue dimensioni e la sua forma e la paziente non viene a conoscenza della rottura. Pertanto, sottoporsi a una imaging regolare è importante per lo screening dell’integrità dell’impianto che, in caso di rottura, deve essere sostituito. 

In media, le protesi al silicone durano un decennio, quindici anni per quelle di ultima generazione, ma ancora una volta potrebbero esserci pazienti che le conservano molto più a lungo e altre che le sostituiscono molto prima. Fattori come l’usura delle protesi o i cambiamenti dovuti alla gravidanza, alla fluttuazione del peso e all’invecchiamento dei tessuti, spingono alcune donne a sostituirle prima. Oppure possono semplicemente preferire una nuova dimensione o tipo di impianto e decidere di sottoporsi a un intervento chirurgico per la loro sostituzione.

Protesi al gel di silicone

Come si sostituiscono le protesi al seno?

Se una paziente decide di rimuovere o sostituire le sue protesi mammarie, qualsiasi chirurgo plastico qualificato può eseguire la procedura: non è necessario che sia lo stesso chirurgo che ha eseguito il primo intervento chirurgico.
Un esame obiettivo, insieme a un colloquio approfondito sulle specifiche aspettative, aiuterà il chirurgo e la paziente a procedere per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Esistono diverse opzioni per rimuovere gli impianti.

Sostituzione delle protesi mammarie

Durante la sostituzione delle protesi mammarie, il chirurgo utilizza un impianto più moderno e, se desiderato, con caratteristiche diverse. Allo stesso modo, la paziente può decidere di modificare contemporaneamente le dimensioni o la forma del seno.

Sebbene ogni donna abbia una sua peculiare identità, molte considerano la sostituzione dell’impianto come una procedura più semplice del loro primo intervento chirurgico. Poiché la tasca per l’impianto è già stata predisposta, il processo di sostituzione risulta di certo meno invasivo. Naturalmente, ci sarà ancora un periodo di disagio post-operatorio e di guarigione, ma il recupero è di norma più breve.

Sollevamento del seno

Nel corso degli anni il seno può perdere la sua densità, i tessuti del cono mammario possono perdere la loro giovanile elasticità e il seno si presenta cadente. In questi casi, nel corso della sostituzione chirurgica dell’impianto, molte pazienti si sottopongono a un contemporaneo sollevamento del seno, per migliorare il loro risultato estetico. Un “lifting” del seno può ringiovanire l’area, regolarne il contorno e produrre un risultato estetico più gradevole.

Capsulectomia in blocco nella contrattura capsulare

Le protesi mammarie sono un dispositivo biocompatibile, ma l’organismo non le riconosce sue e se ne separa con una sottile lamina di tessuto connettivo. In rari casi, si può sviluppare una complicanza tipica delle protesi mammarie: una condizione non ancora ampiamente compresa dai ricercatori medici che si verifica quando il corpo della paziente ha una forte reazione agli impianti, determinando un ispessimento della capsula connettivale. La paziente nota una differenza nell’aspetto e nella percezione del suo seno, avvertendo il più delle volte un indurimento dei tessuti mammari. In questi casi, è necessario sostituire l’impianto e, contestualmente, effettuare una “capsulectomia”, procedura che consiste nella rimozione completa della capsula connettivale.

Conclusioni

Sebbene sia meno impegnativa del primo intervento di Mastoplastica Additiva, la sostituzione delle protesi mammarie è a tutti gli effetti una procedura chirurgica che si rende necessaria in caso di rottura degli impianti oppure, dopo un certo periodo di tempo, per il loro fisiologico e inevitabile deterioramento.
Le attuali protesi mammarie, è bene ribadirlo, sono sicure e sottoposte a continui controlli, grazie anche a materiali innovativi e avanzati. Ascoltare i consigli del chirurgo plastico è fondamentale per attuare i giusti comportamenti a tutela del proprio benessere e per mantenere nel tempo un buon risultato estetico.

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