Il tessuto adiposo, specchio del nostro vivere quotidiano.
È ineluttabile che il nostro metabolismo trovi il suo equilibrio nella quantità di calorie introdotte e nel consumo che ne facciamo.
È importante sapere che l’assunzione smodata di cibo determina, fino all’età di sei/otto anni, non solo una ipertrofia (ovvero un aumento di volume) ma anche una iperplasia (ovvero una moltiplicazione) delle cellule adipose. Se ne deduce che, se abbiamo per esempio cento cellule adipose ai fianchi, di cui venti in eccesso, eliminando queste ultime andremo a regolarizzare in modo definitivo la silhouette.
Un altro aspetto da considerare è che l’adipe si distribuisce nel nostro corpo in modo diverso, a seconda del sesso cui apparteniamo e della sede. Avete mai visto passeggiare in spiaggia un uomo con cuscinetti di grasso all’esterno-coscia? Sicuramente no! Nell’uomo, infatti, il grasso in eccesso si localizza su addome, fianchi e regione mammaria; nella donna su addome, braccia, fianchi e cosce.
Nelle zone sopra indicate il grasso si distribuisce su due strati:
- uno strato più superficiale, dove gli adipociti (le cellule di grasso) risiedono in una struttura a “cera d’api”. Qui, aumentando di volume e non potendosi espandere lateralmente e in profondità, danno quel caratteristico aspetto a “buccia di arancia”, che siamo soliti chiamare “cellulite”;
- uno strato più profondo, in cui le cellule adipose hanno un aspetto (andamento filiforme) ellissoidale e una maggiore propensione a subire gli eccessi alimentari, perché più avidi di zuccheri. Questo strato è responsabile dei “cuscinetti” di grasso.
Secondo alcuni studi, condotti su un campione tipo, il rapporto è di 1 a 7: ovvero, per eliminare 1 kg di grasso in queste sedi è necessario perdere 7 kg.
Questo porta in molti casi a un circolo vizioso in cui la paziente, pur perdendo peso grazie all’attività fisica e a un regime ipocalorico, vede smagrire il suo volto e il suo seno, mentre l’addome e le cosce non riescono a ritrovare un aspetto gradevole. Tutto ciò vanifica gli sforzi e i sacrifici fatti e riconduce la paziente a un quotidiano privo di rinunce, di certo più appagante, con la conseguenza di riprendere rapidamente i chili persi.
Premesso che i cuscinetti di grasso non andranno via, nonostante l’attività fisica e una dieta equilibrata, la sola soluzione per rimodellare la silhouette in modo stabile e definitivo è un trattamento di chirurgia estetica: la Liposuzione.
La Tecnica Tumescente: il contributo determinante di J. A. Klein.
Cenni sulla tecnica chirurgica della Liposuzione e sulla sua semplicità di esecuzione sono stati oggetto di un mio precedente articolo. Fischer, Illouz e Fournier sono stati i pionieri di questa tecnica, ma chi ha portato la Liposuzione a essere, oggi, l’intervento chirurgico più eseguito è stato il contributo determinante di un dermatologo californiano, Jeffrey A. Klein, che nel 1985 mise a punto la “tecnica tumescente”. Questa tecnica consiste nell’infiltrare le aree da trattare con una soluzione che prende il suo nome, “soluzione di Klein”, e che permette di eseguire l’intervento di Liposuzione in anestesia locale. La presenza di adrenalina tra i suoi componenti, mette inoltre al riparo da una delle complicanze più temute nel post operatorio, ovvero la formazione di ematomi. Quando negli anni ‘90 iniziai a utilizzare questa tecnica, mi meravigliavo di come fosse possibile dialogare con la paziente, mentre eseguivo il mio intervento.
Attenzione, però! La liposuzione armonizza la silhouette, eliminando i cuscinetti di grasso, ma gli adipociti rimasti risentiranno sempre di un metabolismo instabile, in cui l’apporto calorico non è in equilibrio con il consumo energetico. Non dimenticate che l’attività fisica e la corretta alimentazione sono gli artefici della vostra silhouette e del vostro benessere.