Ptosi del seno e mammella tubulare:
anamnesi e quadro clinico
Al nostro primo incontro, la paziente mi descrive con obiettività la sua condizione: si prefigura un quadro clinico caratterizzato da una mammella tubulare. Le sue mammelle sono, infatti, cadenti e a forma cilindrica, con l’areola e il capezzolo che si proiettano in basso per via di uno sviluppo anomalo della ghiandola mammaria.
All’età di 28 anni ha un incremento ponderale che la porta a raggiungere 92 kg. Nei due anni precedenti alla visita, ha intrapreso, seguita da un nutrizionista, una dieta ipocalorica grazie alla quale raggiunge il peso di 71 kg per un’altezza di 174 cm. Il suo seno, però, si svuota e, non più sorretto da fibre elastiche private della loro forza tensile perché provate dall’obesità, cade ulteriormente, accentuando la sua congenita malformazione.
Ptosi del seno e mammella tubulare:
descrizione dell’intervento e tecnica chirurgica
Mi trovo di fronte a una Ptosi mammaria di grado severo, caratterizzata da una ghiandola mammaria che, avvolta da un cercine fibroso, non riesce a espandersi, configurando la forma di un cilindro: la distanza dal giugulo al capezzolo è di 27 cm, il che depone per una Mastopessi verticale.
Tuttavia, le centinaia di Mastopessi periareolare con tecnica Benelli eseguite in questi ultimi vent’anni mi spingono a essere fiducioso e a eseguire, con il consenso della paziente, questa tecnica chirurgica anche in questo difficile caso clinico. In tal modo non si avrà una cicatrice verticale che, dall’areola, giunge fino al solco sottomammario, estendendosi talora sul solco inframammario a “T inversa” e svilendo il risultato estetico.
Correggo, quindi, la Ptosi del seno con una Mastopessi periareolare secondo Benelli, portando la placca areolo-mammaria a 20 cm dal giugulo e riducendo l’areola da un diametro di 7 a 5 cm. Libero dal suo anello fibroso la ghiandola che così può espandersi e ritrovare una naturale forma conica. Completo, infine, l’intervento chirurgico con l’impianto di una coppia di protesi di 320 gr. ubicate dietro i muscoli pettorali per ridare il giusto volume al seno.
Osservazione
La tecnica di Benelli è impiegata nelle Ptosi mammarie lievi o moderate, in cui la distanza dal giugulo al capezzolo non supera mai i 23 cm. È anche vero che Benelli impiegava talora la sua tecnica in casi di Ptosi severa: per farlo, però, bisogna essere coraggiosi e acquisire una padronanza che solo anni di sala operatoria possono dare.