Dottore, perché devo sostituire le protesi?
Sostituzione protesi mammarie
quando si cambiano le protesi al seno?
Il tema della sicurezza delle protesi al seno è sempre stato preponderante nel dibattito medico ed è stato alla base della loro evoluzione nel corso dei decenni: dalle protesi lisce e spesse di prima generazione degli anni ‘60, a quelle più sottili, lisce e fragili degli anni ‘70 – ‘80, fino a quelle testurizzate di terza generazione e a quelle degli anni ‘90, anatomiche e più robuste. Attualmente, sono in commercio le protesi mammarie di sesta generazione, con una migliore biocompatibilità dovuta a un gel di silicone ergonomico, che rende l’aspetto, la sensazione e il movimento del tessuto mammario più naturale, e a una superficie esterna meno invasiva, nano-testurizzata.
Come accade a ogni oggetto, anche le protesi mammarie sono soggette all’usura che, col tempo, porta al loro degrado: se prima se ne consigliava la sostituzione dopo dieci anni, oggi le aziende produttrici pongono un limite di affidabilità a quindici anni.
In genere, la sostituzione delle protesi mammarie avviene per una serie di valutazioni mediche o estetiche. Superato il disagio post operatorio, le pazienti, con il tempo, dimenticano di avere sostenuto l’intervento di Mastoplastica Additiva e le protesi mammarie diventano parte integrante della loro identità. Il sopraggiungere di una complicanza, un improvviso cambiamento del volume, un’asimmetria o l’insoddisfazione delle dimensioni o dell’aspetto del seno, dovuti alla gravidanza o all’invecchiamento dei tessuti, potrebbe spingerle alla loro sostituzione.
In definitiva, il singolare aspetto fisico di ogni donna, i suoi obiettivi e le sue aspettative sono unici: non ci sono due casi uguali.
Cosa succede se non si cambiano le protesi al seno?
Non esiste un calendario specifico per la sostituzione delle protesi mammarie: ogni donna può valutare nel tempo la sua condizione con l’ausilio del suo chirurgo plastico.
Se il risultato estetico è ancora soddisfacente e non ci sono problemi, gli impianti possono rimanere. È consigliabile, tuttavia, seguire i criteri di affidabilità indicati dalle aziende produttrici e non attendere che il “problema” si presenti. Il gel di silicone, contenuto al loro interno, non è una sostanza cancerogena, ma al contatto con i tessuti organici determina una reazione infiammatoria. Nel caso in cui, per usura, le protesi dovessero rompersi o il gel di silicone dovesse semplicemente trasudare attraverso il loro solido involucro esterno, l’organismo si difende, ispessendo la capsula di tessuto connettivo che circonda la protesi, dando inizio a quello che è il processo di contrattura capsulare.
In che casi si cambiano le protesi mammarie?
Ci sono vari motivi per cui una paziente può decidere di sostituire le protesi mammarie:
Estetico
La paziente è insoddisfatta dell’aspetto del suo seno e sceglie di cambiare la dimensione o il tipo di protesi. I cambiamenti di peso, la gravidanza e il naturale progressivo invecchiamento dei tessuti possono alterare l’aspetto del seno e indurre una donna a desiderare la sostituzione dell’impianto.
Pieghe dell’impianto
Le protesi, in alcuni casi, possono determinare con il tempo ondulazioni o pieghe, dovute a una perdita di peso o ad atrofia post-gravidica. Questa condizione è più frequente quando si posiziona l’impianto in sede retroghiandolare. A seconda della gravità, si può scegliere di sostituire le protesi con altre di dimensione e caratteristiche diverse.
Asimmetria
I cambiamenti fisici nel tempo possono far sì che il seno sviluppi un aspetto irregolare, asimmetrico, anche dopo il posizionamento dell’impianto. Se una donna è consapevole di questo o desidera una maggiore simmetria, può decidere di sostituire le protesi per ripristinare il suo aspetto preesistente.
Rottura dell’impianto
Il materiale con cui è realizzata la protesi è molto resistente, ben malleabile, si deforma con facilità acquisendo rapidamente la sua forma originaria. Ciononostante, l’usura del tempo può rendere il suo guscio esterno in silicone solido più fragile e suscettibile di rottura anche con traumi minori. Ciò può avvenire senza alcun sintomo per diverso tempo e uno screening periodico (RMN), per valutarne l’integrità, è rigorosamente consigliato. Se si accerta la rottura, la sostituzione è senza dubbio necessaria.
Contrattura capsulare
Quando si verifica una contrattura capsulare, la capsula connettivale che circonda la protesi si stringe attorno ad essa, la comprime creando una deformità nei casi più gravi. Se si verifica questa complicanza, è necessario procedere alla loro sostituzione in modo che il chirurgo possa asportare la capsula fibrosa (capsulectomia) e ridare un aspetto naturale a tutto il seno.
Come si sostituiscono le protesi al seno?
Nella maggior parte dei casi, la chirurgia sostitutiva delle protesi mammarie è simile all’intervento chirurgico iniziale.
Il chirurgo utilizza, in genere, la stessa tasca per l’impianto a meno che non vi sia un motivo per apportare delle modifiche.
Un altro fattore da considerare è la presenza di una contrattura capsulare. Questa complicanza è, a tutti gli effetti, un processo flogistico cronico che impegna tutti i tessuti del cono mammario interessato. L’asportazione della capsula fibrosa e il coinvolgimento flogistico dei tessuti rende più complesso l’intervento di sostituzione, allungando la degenza e il periodo di convalescenza.
In linea di massima, la sostituzione delle protesi mammarie avviene in anestesia locale, comporta un tempo operatorio di trenta minuti circa e non necessita di degenza in clinica. La paziente può rientrare presso il proprio domicilio già dopo tre ore.
Si possono rimuovere le protesi senza sostituirle?
Alcune donne decidono di rimuovere le protesi mammarie e non sostituirle. In questo caso, le dimensioni e la forma del seno possono cambiare radicalmente e molti fattori contribuiscono al risultato finale. Di certo, si ha una evidente riduzione del volume mammario. Nelle donne più giovani con una buona elasticità della pelle, il seno può tornare all’aspetto antecedente all’intervento, ma in caso di pelle molto tesa a causa delle dimensioni dell’impianto, di una sopraggiunta gravidanza o del fisiologico invecchiamento dei tessuti, il seno post-rimozione può apparire cadente.
Sostituzione protesi seno: quanto costa?
Il costo della sostituzione delle protesi mammarie dipende da molti fattori, specifici per ogni singolo caso. In effetti, impianti diversi possono avere costi diversi, ma anche la procedura chirurgica varia da paziente a paziente. Alcune pazienti potrebbero aver bisogno di un sollevamento del seno o di altre procedure, quindi l’unico modo per stimare i costi è consultare il proprio chirurgo plastico in merito allo specifico caso clinico.
Conclusioni
Anche se la durata media delle protesi mammarie è di dieci o quindici anni, ogni paziente è unica e ogni caso clinico ha caratteristiche peculiari. Solo l’occhio attento e l’esperienza del chirurgo è in grado di valutare con obiettività qual è il momento giusto per sostituire le protesi e soppesare le richieste e i desideri delle pazienti, per un risultato estetico che sia sempre ottimale.