Seno naturale: con il “sizer” si determina il giusto volume

Negli ultimi decenni, la Chirurgia Estetica del seno ha fatto numerosi progressi: oggi le pazienti possono legittimamente aspirare ad avere un seno naturale. Esaminiamo, nel dettaglio, come si raggiunge un effetto naturale con l’aumento del seno e quali variabili possono influenzare il risultato finale.

Seno naturale: come si ottiene? 
Parametri e variabili da considerare.

Per ogni donna il seno è uno degli elementi distintivi più importanti, con cui da sempre afferma la propria femminilità.

Quando esso è poco sviluppato, come nei casi di Ipoplasia o Ipotrofia mammaria, la Mastoplastica Additiva non conduce soltanto a un cambiamento esteriore, ma aiuta a riequilibrare il rapporto con il proprio corpo, a prendere coscienza di sé e a consolidare l’autostima.

Se da una parte le pazienti desiderano un seno più “rappresentativo”, dall’altra vi è il timore di scadere nella grossolanità, nel mero esibizionismo di chi vorrebbe confrontarsi e affermarsi nella vita sociale a suon di grammi di silicone. Indipendentemente da tutto ciò, durante le visite, la maggior parte di esse mi pone una domanda ben precisa in merito al seno rifatto: “dopo l’intervento, il mio seno avrà un aspetto naturale?”

Il disagio interiore dovuto a un seno piccolo non può chiaramente cedere il posto a una condizione altrettanto imbarazzante, legata a un eccessivo volume che porta a far pensare: “Si è rifatta il seno!”

La naturalezza del risultato estetico premia più di ogni altra cosa quell’ideale femminile che chi si sottopone a un intervento di Mastoplastica Additiva vuole raggiungere. Allo stesso tempo, e con uguale rilevanza, il chirurgo plastico sa di dover ottenere il miglior risultato possibile rispettando sì l’equilibrio delle forme, ma senza lesinare sui grammi da impiantare.

Ci sono alcuni parametri che ritengo importanti nella determinazione del corretto volume delle protesi mammarie.

Mastoplastica additiva e seno naturale - Chirurgia Estetica Deodato

Il volume

Nella Mastoplastica Additiva vige una regola che deve essere tenuta in grande considerazione: più sono grandi le protesi, più è difficile camuffare la loro forma, qualsiasi essa sia (come ho scritto in questo articolo sulle misure delle protesi del seno). Il loro impianto determina la distensione dei tessuti mammari che, se eccessivamente assottigliati, non saranno in grado di celarne la presenza.

La forma

Le nuove tendenze di reggiseni push-up, che garantiscono un “décolleté mozzafiato”, poco si sposano con i risultati che si ottengono con le protesi a goccia, dove i quadranti superiori della mammella vengono penalizzati da una ridotta proiezione, proprio là dove la ghiandola perde col passare degli anni il suo diritto alla dimora. È una contraddizione: da un lato si vuole che il reggiseno proietti in alto e in avanti il seno, dall’altro invece si impianta una protesi che favorisce la maggiore rappresentazione dei quadranti inferiori. Una protesi rotonda si distribuisce in modo più uniforme nel contesto del cono mammario, conferendo un aspetto più naturale.

La sede

L’alloggiamento retroghiandolare delle protesi dà un postoperatorio poco doloroso e una convalescenza più rapida, ma espone a una maggiore percezione di eventuali pieghe e ondulazioni attraverso la pelle e, in molti casi, svilisce il décolleté con la sgradevole comparsa di due ampie convessità che ne palesano la presenza. Al contrario, ponendo le protesi al di sotto del muscolo pettorale, si avrà di certo un aspetto più naturale.

Il cono mammario

Le geometrie del nuovo cono mammario devono rispettare le linee di confine delle mammelle, che devono essere attigue e mai eccessivamente distanziate tra di loro. Il complesso areola-capezzolo deve proiettarsi in avanti, all’apice del cono mammario, correggendo una eventuale ptosi, anche se lieve.

Di tutti questi aspetti discuto con le mie pazienti, affinché si possano rendere conto di quale sia il corretto volume da raggiungere e il confine al di là del quale è imprudente spingersi. Un volume eccessivo, infatti, non solo compromette la naturalezza del risultato, ma determina anche una considerevole compressione dei tessuti mammari (ghiandola e grasso) che porta alla loro precoce e inevitabile involuzione.

Nella Chirurgia Estetica della mammella, l’aspetto naturale del seno è il primo obiettivo da raggiungere.

Il diametro della protesi mammaria, il suo corretto profilo e la dimensione della tasca retromuscolare, dove essa viene collocata, sono parametri imprescindibili per la determinazione del giusto volume. In alcuni casi, però, nonostante la mia esperienza e la rigorosa conoscenza delle tecniche chirurgiche, mi sono reso conto che essi non sono del tutto sufficienti.

Seno naturale? Con il “sizer” si determina il giusto volume delle protesi mammarie.

Essendo molto scrupoloso, nella mia sala operatoria non manca mai uno strumento per me ormai indispensabile, con cui riesco ad avere la conferma che il volume delle protesi prescelte è esatto: il sizer.

Sino alla fine degli anni ’90, prima dell’avvento dei sizer, le maggiori difficoltà le incontravo nel trattamento delle asimmetrie mammarie. Lievi asimmetrie, come un’areola più piccola o più bassa dell’altra o, ancora, modeste differenze di volume, sono facilmente riscontrabili e quasi nella norma in un mondo dove la perfezione non esiste, ma quando queste diversità sono rilevanti sorge l’esigenza di correggerle. Diviene ovvia, a questo punto, la necessità di impiantare protesi mammarie di diverso volume per raggiungere, quanto più possibile, una piacevole similitudine tra i due coni mammari; non altrettanto ovvia l’identificazione dell’esatta differenza di peso e di distensione cutanea delle due mammelle da regolarizzare.

In barba al mio decimetro, solerte nel misurare l’ampiezza dell’emitorace e la circonferenza della base del cono mammario, in alcuni casi mi sono trovato, in corso di intervento, a rivedere quanto pianificato. Ecco perché, da anni ormai, ho sempre in sala operatoria più coppie di protesi mammarie e dei sizer – protesi di prova – di diverso volume, impiegate per agevolare la determinazione della corretta dimensione dell’impianto da utilizzare.

Le sizer la soluzione per la corretta scelta del volume delle protesi al seno - Chirurgia Estetica Deodato

Costituiti da un involucro liscio in silicone, i sizer possono essere pre riempiti con gel di silicone o gonfiabili con soluzione fisiologica. Preferisco questi ultimi perché mi danno la possibilità di fare una graduale valutazione del risultato estetico mediante il loro progressivo riempimento. Una volta accertata la correttezza del volume prescelto, impianto le protesi definitive.

Conclusioni
II sizer si sono rivelati utilissimi nella correzione delle asimmetrie mammarie, e non solo: li adopero sempre nelle Mastoplastiche Additive per confermare o aumentare il volume prescelto, nell’intento di rispondere sempre più ampiamente alle aspettative delle mie pazienti e soddisfare il loro desiderio di un seno più rappresentativo e, allo stesso tempo, naturale.

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